Sicilia, Sicilia italiana, isola, Italia meridionale, la più grande e una delle isole più densamente popolate del Mar Mediterraneo. Insieme alle isole Egadi, Lipari, Pelagie e Panteleria, la Sicilia forma una regione autonoma dell'Italia. La costa orientale della Sicilia sembra essere scarsamente popolata e gli abitanti locali si sono allontanati o si sono assimilati ai greci. La frequenza dell'R1B1c-m269 Hg, particolarmente elevata in alcuni campioni di WSI, è un'altra caratteristica interessante del pool genetico paterno siciliano.
I 14 campioni siciliani si sono rivelati strettamente raggruppati attorno all'aplotipo 13-10-13-12-9 e ai suoi vicini a fase unica. Verso il 200 a.C. la dominazione greca stava finendo e Roma si stava affermando come nuova potenza nel Mediterraneo. Nel 1038, settant'anni dopo aver perso le loro ultime città in Sicilia, i bizantini del generale greco George Maniakes invasero l'isola insieme ai loro mercenari varangini e normanni.
Il contributo genetico dei cromosomi greci al patrimonio genetico siciliano è stimato in circa il 37% mentre il contributo delle popolazioni nordafricane è stimato intorno al 6%. In particolare, la presenza di un aplotipo modale proveniente dalla penisola balcanica meridionale e dei suoi derivati monofase associati a E3B1a2-v13, sostiene un patrimonio genetico comune tra siciliani e greci. Etna, vicino a Paternò, i siciliani nativi erano estremamente devoti alla dea Iblaia, una divinità tellurica associata ai rumori sotterranei del vulcano. Cocalo rimase colpito e quando Minosse gli chiese di consegnargli Dedalo per poterlo punire, il re siciliano gli diede un caloroso benvenuto e poi lo fece annegare in una vasca da bagno.
Quando i Greci arrivarono nella parte orientale della Sicilia nel 735 a.C., sulla costa occidentale i fenici arrivarono dall'odierno Libano & dalla Siria per creare una base commerciale sull'isola. Non posso fare a meno di fare un'analogia tra gli antichi greci e siciliani da una parte e gli inglesi e gli americani dall'altra. Si trattava di una lingua letteraria in Sicilia creata sotto gli auspici di Federico II e della sua corte notarile, o Magna Curia, che, guidata da Giacomo da Lentini, diede vita anche alla Scuola siciliana, ampiamente ispirata alla letteratura trovatrice. Infatti, anche dopo il crollo dell'Impero Romano nel V secolo d.C., quando la Sicilia cadde nell'orbita dell'Impero Romano d'Oriente e furono introdotti i riti religiosi orientali, il greco divenne ancora una volta la lingua predominante.
La lingua parlata in Sicilia sotto il dominio arabo era il siculo-arabo e l'influenza araba è ancora presente in alcune parole siciliane oggi. I siciliani amano anche i festival all'aperto, che si svolgono nella piazza o nella piazza locale, dove si esibiscono musica dal vivo e danze sul palco, e le fiere gastronomiche o sagre sono allestite negli stand che costeggiano la piazza.